Che Forte!
Esposizione presso M9 Radici e il Foyer dei diorami scenografici liberamente ispirati agli edifici di Forte Marghera


Il termine “diorama” indica, per definizione, l’atto di osservare attraverso o dentro qualcosa e si riferisce alla creazione di modelli in scala che riproducono ambienti specifici. Queste opere sono spesso un invito a una visione attenta e profonda del luogo rappresentato. I nostri diorami nascono con l’intento di stimolare questa capacità di osservazione, trasformando la manualità in un gesto creativo sensibile.
Lo sguardo si è concentrato sulle caratteristiche peculiari degli edifici che popolano la storica Fortezza di Marghera. I fabbricati sono stati prima disegnati e successivamente tradotti in modelli plastici, concepiti come scenografie per ipotetiche produzioni cinematografiche in stop-motion.
Ogni edificio, scelto liberamente, è stato trasformato e reinterpretato secondo un punto di vista personale, che ne ha modificato l’aspetto per restituirne una visione unica. Non ci si è limitati a riprodurre la forma fisica degli edifici, ma si è cercato di restituire anche la loro patina storica e il carattere distintivo. Sebbene non si tratti di riproduzioni fedeli, è possibile, passeggiando nello spazio circondato dal canale che delimita il Forte, riconoscere e ritrovare gli elementi che compongono queste creazioni, riorganizzati in un collage plastico.
Questo esercizio è stato realizzato dagli studenti del triennio dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, nell’ambito del corso di Tecnologie e materiali applicati alla scenografia della Scuola di Scenografia, Architettura di scena, Scenotecnica e Costume, durante lo scorso semestre.
Creazioni di: Michela Bisogno, Luca Campagnoni, Emma Camporese, Gioia Cecchin, Chiara Cosmo, Cecilia Devescovi, Caterina De Benedetto, Diletta Dissegna, Lucrezia Maciocia, Luca Mancini, Emma Milan, Emma Piovan, Filippo Redi, Marta Ricciardi, Giorgia Sambucaro, Vittoria Sandri, Alicia Clo Soares, Chiara Tadiello, Linda Vason, Asia Zecchin, Maddalena Ziliotto.
Prof.ssa Cristina Alaimo











